segue iL SALUTO DELLA SUA SANTITÀ IL PATRIARCA BARTOLOMEO….
La mattinata di oggi 6 maggio 2023 è proseguita con il saluto a Sua Santità da parte delle autorità civili e istituzionali della città e della provincia di Salerno presso la Sala degli Stemmi dell’Arcivescovado. Sono intervenuti tra gli altri il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, Sua Eccellenza il Prefetto Russo e il Questore Ponticchio della città, il Procuratore Generale Primicerio, vari primi cittadini dei comuni della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, nonché i Comandanti locali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto, dei Vigili del Fuoco e dell’Esercito.
SALUTO DI SUA SANTITA’ K.K. BARTOLOMEO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO DURANTE L’INCONTRO LE AUTORITA’ CIVILI E LE ISTITUZIONI DELLA CITTA’ DI SALERNO
Eccellenza Signor Prefetto, dott. Francesco Russo,
Illustre Signor Presidente della Regione Campania, dott. Vincenzo De Luca,
Egregio Signor Sindaco di Salerno, dott. Vincenzo Napoli,
Signori Sindaci degli altri Comuni, Autorità Provinciali e Locali, Autorità Politiche e Militari e delle Istituzioni,
Vostra Eccellenza Mons. Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno, Campagna e Acerno,
Eminenze, Eccellenze, Reverendissimi Padri,
Signore e Signori, amati nel Cristo Risorto,
Siamo giunti ancora una volta in questa splendida e conosciuta Regione d’Italia, la Campania, ma per la prima volta siamo arrivati fino a questa lucente città di Salerno, su invito dell’Eccellentissimo Arcivescovo, l’amato fratello mons. Andrea Bellandi e ne siamo particolarmente lieti e allo stesso tempo ci da particolare gioia incontrare le Autorità locali che hanno a cuore il benessere dei cittadini di questo territorio, le sue bellezze ambientali, le peculiarità dei luoghi e lo splendore dei suoi monumenti.
Siamo partiti dalle Rive del Bosforo, dalla città di Costantino, Costantinopoli, la odierna Istanbul, dove la Provvidenza di Dio ci ha posto a capo della sua Chiesa e a guida della Comunione tra le Chiese Ortodosse Autocefali locali, dal Patriarcato Ecumenico, che da quasi Duemila anni ha irradiato e testimonia ancora la fede e la cultura cristiana nell’Europa Orientale fino agli estremi del Nord e dell’Est del mondo, e ancora in tantissimi altri luoghi dove il Cristianesimo di espressione Bizantina ha illuminato e vivificato uomini e donne di tutte le epoche. E seppure le condizioni storiche oggi abbiano ridotto numericamente il numero dei Cristiani nella nostra città, resta immutata la forza e la importanza della nostra Chiesa, anche difronte alle sfide del mondo attuale, dove è sempre più necessario spegnere i fondamentalismi di qualsiasi tipo per favorire il dialogo franco tra religioni, culture, ideologie e sistemi economici.
Questa vostra città, porta d’accesso alla Costiera Amalfitana e all’incantevole Costiera Cilentana è ricca di storia, ricca di tracce di tutti coloro che sono passati nelle varie epoche, Etruschi, Greci, Romani, Ostrogoti, Bizantini, Longobardi, Normanni e testimonia una vitalità che arriva fino ai nostri giorni. Ce ne rallegriamo con voi. Non potrebbe essere altrimenti, perché venendo tra voi abbiamo appreso l’importanza che rivestono in questa città i monumenti ed i luoghi di interesse, religiosi, civili, militari, le fontane e le statue, gli acquedotti, i vari siti archeologici e le aree naturali, le biblioteche, i musei, la università, ricordando anche la famosa e antica scuola medica salernitana e ancora i festival e le fiere, che raccontano della allegria e della laboriosità della gente di queste terre.
Abbiamo appreso dell’impegno per una città pulita, ecosostenibile, della sua forza operante nel campo del turismo, dell’economia basata sulla agricoltura e sulle altre attività e soprattutto sulla industria tradizionale della ceramica e dell’alimentare, come di altri comparti industriali. Ma la attrattiva paesaggistica e l’interesse storico e artistico-culturale della città e di tutta l’area rivestono senza dubbio il primo, forte e rilevante potenziale per il turismo.
In quanto uomini e donne delle Istituzioni, che avete responsabilità di tutto questo, grande è l’impegno che certamente ponete per la salvaguardia di quest’area e soprattutto per il benessere dei Vostri cittadini.
Viviamo tuttavia un tempo di grandi sconvolgimenti mondiali, che nostro malgrado, hanno toccato tutti gli ambiti delle nostre società. La pandemia del Covid-19, che ha sconvolto il mondo intero negli anni appena trascorsi e che speriamo di aver ormai lasciato alle spalle, ha portato in numerose comunità un senso di smarrimento, ha accentuato distanze interpersonali, ha provocato in persone fragili e vulnerabili dei veri attacchi di panico e di disperazione per il futuro, ha spesso creato dei vuoti emotivi nei giovani, che sono la nostra speranza per il domani, alimentando percorsi di vita non sempre positivi. Se gli effetti più tragici della pandemia sono passati, restano le conseguenze, per le quali saranno necessari anni di collaborazione tra Istituzioni Civili, Religiose e quant’altro, per recuperare il senso di comunità che è indispensabile per la crescita umana, sociale, antropologica, economica e religiosa di ogni società. Troppo spesso l’individualismo, il relativismo, l’egoismo conducono a vie senza uscita, per le quali le società devono spendere sforzi immani per recuperare quanto possibile.
A questo si è aggiunto nell’ultimo anno anche il diabolico conflitto, seguìto alla invasione della Ucraina da parte della Federazione Russa, che ha sconvolto non solo l’Europa ma tutto il mondo. Non era neppure immaginabile un conflitto di queste proporzioni nell’Europa del Ventunesimo secolo. Ancora più triste perché sono coinvolti due popoli fratelli, che hanno condiviso la storia del Ventesimo secolo e i secoli precedenti, accomunati nella maggioranza dei casi, anche dalla stessa fede Ortodossa. E questo ci addolora in modo particolare, perché il Cristiano non può mai pensare alla guerra come mezzo per risolvere questioni che potevano essere risolte con la diplomazia, con la buona volontà, con l’impegno di tutti, con la giustizia. Il nostro Patriarcato Ecumenico ha cercato e cerca di trovare ponti di dialogo, ma nulla ha potuto davanti a ideologie che nulla hanno di cristiano, se non il nome. Nel 2016, il Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa, riunitosi sull’isola di Creta, affermava, infatti, in modo inequivocabile: “La Chiesa di Cristo condanna in maniera generale la guerra, che ritiene una conseguenza del male nel mondo e del peccato.” (La Missione della Chiesa Ortodossa nel mondo contemporaneo. Cap.D-1). “La Chiesa di Cristo, ritenendo principalmente la guerra una conseguenza del male nel mondo e del peccato, incoraggia ogni iniziativa e sforzo atto a prevenirla o a scongiurarla attraverso il dialogo e ogni altro mezzo appropriato”. (Idem. Cap.D-2)
Tutto questo ancora una volta ha portato ad una crisi umanitaria con una immane emigrazione dall’Ucraina, alla crisi energetica, del gas e del petrolio, con tutte le conseguenze sui prezzi dei vari prodotti necessari all’economia globale, alla crisi del grano, in parte poi scongiurata, nei paesi più poveri del pianeta. Ma la distruzione di un intero paese, della sua economia, delle sue opere artistiche, dei simboli religiosi e culturali, del suo eco-sistema e principalmente la perdita di tante vite umane da entrambi i fronti, devono interrogarci continuamente su quale via si stia incamminando la società mondiale. Una società che non pone la dignità ed il valore della persona umana al primo posto è destinata a perdersi. Non possiamo arrenderci.
Se il Cristiano ha la certezza che le forze del male non prevarranno, e ha l’arma della preghiera, anche tutte le altre forze buone di ogni società devono operare, dialogare e collaborare per un mondo dove trionfi la giustizia, la pace, l’armonia, ossia la bellezza. Voi uomini e donne delle Istituzione potete fare molto, tutti possiamo fare molto assieme. Se tutti operiamo nei luoghi dove siamo chiamati a operare, se siamo capaci di ricercare il bene per tutti, di “condividere”, di lavorare per una economia giusta, per la salvaguardia dell’ambiente e di tutto ciò che vi è in esso, per la dignità umana, allora potremo avere ancora speranza.
Nel ringraziarVi per la Vostra squisita ospitalità, per questo momento così importante del nostro incontro, permettetemi di salutarvi citando ancora il Concilio di Creta che così si è espresso:
“Siamo persuasi che, come “collaboratori di Dio” (1 Cor. 3,9), possiamo portare avanti questo comune servizio con tutti gli uomini di buona volontà, che amano la pace secondo Dio, per il bene della comunità umana a un livello locale, nazionale ed internazionale. Questo servizio è un comandamento di Dio (Mt. 5,9)” (Cap.A-4)
Grazie.
Si ringrazia :
 
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