09.07: MEMORIA DELLO IEROMARTIRE PANCRAZIO, VESCOVO DI TAORMINA      

testo inglese tradotto da Joseph Giovanni Fumusa

Tratto da: https://www.johnsanidopoulos.com/2011/02/hieromartyr-pankratios-bishop-of.html

Testo originale del Metropolita Hierotheos di Nafpaktos e Agios Vlasios

 

Tra i santi che la Chiesa celebra al giorno d’oggi, cari fratelli, vi è il Santo Ieromartire Pancrazio, Vescovo di Taormina. San Pancrazio visse durante l’epoca di Cristo e dei Santi Apostoli. Veniva da Antiochia e, quando si recò a Gerusalemme con i genitori, ricevette il Santo Battesimo. Successivamente, dopo la morte dei genitori, San Pancrazio di spostò nei pressi del Mar Nero, entrò in una grotta e lì “visse in solitudine e in silenzio”. Lì incontrò l’Apostolo Pietro, durante uno dei suoi viaggi, che lo portò con sé in alcune aree della Cilicia, dove presentò Pancrazio all’Apostolo Paolo che lo fece Vescovo di Taormina, in Sicilia. Lì San Pancrazio compì molti miracoli, curò molte malattie e demolì gli idoli adorati dalla gente. Molti credettero in Cristo, compreso lo stesso principe Bonifacio. Fu, però, ucciso da seguaci dell’eretico Montano.

L’innografia della Chiesa scritta per onorare San Pancrazio fa riferimento alla sua personalità. Uno degli inni lo definisce “pietra onorevole” in riferimento alla fondazione della Chiesa. Un altro inno narra di come San Pancrazio, per grazia del Tuttosanto Spirito, aprisse solchi nel cuore della gente e lì vi seminasse il seme e vi mettesse il coltivatore nei cieli, Cristo. Un altro inno parla del suo aver portato in Occidente, dove fu mandato come vescovo a guidare il suo gregge, l’Oriente, avendo portato con sé l’alba della divina sapienza di Colui che è oltre il pensiero umano, Cristo, e lì li unì con il suo atletismo e la elevò a luce senza fine, dove è vista la bellezza voluta di Cristo Giudice.

Nella vita di San Pancrazio possiamo notare lo stretto rapporto tra fede, battesimo, ascesi, la gerarchia ed il martirio. Ciò vuol dire che la vita cristiana è unita e non separa i Misteri (Sacramenti) dalla fede, l’ascetismo dal sacerdozio, e il martirio.

L’apolytikion del Santo, scritto per essere cantato per molti ieromartiri, rivela che tutti gli ieromartiri condividono una nuova tradizione e una nuova vita e cita San Pancrazio non solo come successore degli Apostoli, ma anche come “azionista”, socio della vita degli Apostoli. Enfatizza anche come il Santo fosse ispirato divinamente, poiché viveva la praxis, vale a dire la purificazione del cuore dalle passioni, presso cui stabilì la theoria, ossia l’esperienza esistenziale di Dio. E poiché condusse questa vita spirituale, per questo motive fu trovato degno del martirio, perché il martirio non è un atto o un’energia umani, ma frutto ed effetto dell’unione dell’uomo con Dio attraverso i Misteri e l’ascesi.

Siamo soliti onorare i santi e i martiri, ma dovremmo cercare di vedere cosa è stato a farne confessori, martiri e santi. Il fattore primario è la grazia di Dio, ricevuta attraverso i Misteri e che fiorisce con l’ascesi. La santificazione dell’uomo è il risultato di una sinergia, ossia delle energie di Dio e la reazione umana nei loro confronti. Dio gioca un ruolo principale nella salvezza dell’uomo, ma in risposta alla libertà dell’uomo nel ricevere l’amore di Dio. Se togliamo la libertà dell’uomo, cadiamo nel Monofisismo; se non vediamo le energie di Dio, cadiamo nel Nestorianesimo e nell’Umanesimo.

San Pancrazio può essere un modello per noi tutti, clero e popolo, uomini e donne. Egli ci mostra cosa è l’ascesi in Cristo, cosa è il sacerdozio e cosa è il martirio. Possa egli intercedere per noi.

 

 

  • 09.07: Memoria di San Dionisio il Retore e san Mitrofane della Skiti di Sant’Anna- Monte Ath

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Sul monte Athos, nella Skiti di Mikri Aghia Anna (Mikraghianna), verso la fine del XV- inizio del XVI secolo, vivevano due grandi padri spirituali, veri luminari della fede, San Dionisio “il Retore” e il suo discepolo San Mitrofane lo spirituale.

Mikraghianna fa parte della Grande Skiti di Aghia Anna e si trova tra Agia Anna e Katunakia su un pendio roccioso, in una piccola oasi di verde tra le pietre. Consiste di dieci “Kalives”, secondo la terminologia aghioritica, delle quali due non hanno un tempio.

La vita in Mikraghianna, secondo le testimonianze scritte e la tradizione, inizia con l’insediamento dei primi abitanti e asceti conosciuti, il beato Dionisio il Retore e Mitrofane. Questi due Santi, provenienti dal metochio dell’importante monastero di Stoudion a Costantinopoli e in cerca di un luogo tranquillo e remoto, arrivarono a Mikraghianna, dopo essere passati da Karyes e Aghia Anna, che allora era chiamata la Skiti della Lavra.

San Dionigi, onorato dalla Grande Chiesa di Costantinopoli del titolo di Retore, uomo dalla vita altamente spirituale, attirò molte persone che aiutò, sostenne e inoltre guarì, fino alla sua dormizione, così da essere ricordato come qualcosa di speciale nei codici del Monastero Dionisiou e Dochiariu. Fu un eccellente calligrafo e scrittore, e i suoi libri si trovano sia nella Grande Lavra che in altri Monasteri e nella Skiti di Agia Anna.

Avendo San Dionigi come anziano, il Santo Mitrofane eccelse come suo discepolo, e poi come uomo spirituale nei villaggi di Calcidica confessando e sostenendo il popolo nel paese allora occupato dai Turchi.

Così, entrambi vissero una vita divina e ascetica; Dionisio morì pacificamente il 9 luglio 1606 (ma altri manoscritti menzionano la sua scomparsa il 6 ottobre 1596 o 1602) e Mitrofane poco dopo. Nella Skiti di Aghia Anna è conservato un manoscritto su vari argomenti, con la firma del Beato Dionisio il Retore, e dal titolo “Kouvaras”.

Nel 1956, il devotissimo Innografo della Grande Chiesa di Cristo l’anziano Yerassimos Mikragiannanitis con la sua devotissima sinodia, dopo molti sforzi e prove, per la scoperta e diffusione di questi santi, riuscirono a pulire la grotta all’interno della quale costruirono una bella Chiesa a loro dedicata. Lì dove svolsero la loro vita ascetica i Santi Dionigi e Mitrofane, la chiesa, ha a sua protezione l’estensione della roccia, che copre la grotta, e da un punto poi gocciola continuamente acqua santa, che i Padri raccolgono e che viene data a pii pellegrini come santificazione.

La memoria di questi due Santi Padri ricorre il 9 luglio con una festa nel loro tempio simile a una caverna, dove anche in precedenza c’era il Tempio con le loro celle. Prova del loro passaggio è il loro lavacro santificante del tempio e il rivestimento di corallo sulla roccia e all’interno della grotta.

 

  • 09.07: Memoria di San Metodio di Creta, neomartire

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

San Metodio proveniva dal villaggio di Byzari, nella provincia di Amari, a Creta, e il suo cognome era Siligardo. Divenne igumeno del Monastero degli Arcangeli e poi vescovo a Creta.

Il vescovo Metodio si oppose alla violenza dei Turchi e fu arrestato. Dopo molte torture, fu ucciso il 9 luglio. La reliquia del Santo fu sepolta vicino al luogo del suo martirio nel monastero degli Arcangeli.

Questo martire non è nei Sinassari, né si trova la sua funzione.

 

 

  • 09.07: Memoria di San Michele Baknanas, il giardiniere, neomartire

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

San Michele Baknanas (o Paknanas), nacque ad Atene da genitori virtuosi intorno al 1750 e visse nella zona sotto l’Acropoli. A causa della povertà dei suoi genitori, rimase analfabeta e divenne un giardiniere.

Un giorno, mentre tornava ad Atene da un villaggio dove si era recato per lavoro, venne arrestato dalle guardie turche e falsamente accusato di trasportare polvere da sparo nascosta per i ribelli greci. Fu condotto dal giudice che lo condannò alla pena capitale, a meno che non volesse rinnegare la sua fede e accettare il maomettanismo e salvare la sua vita. Ma da pio e onesto Ateniese quale egli era, rifiutò a voce alta le persistenti minacce dei Turchi.

Condannato a morte e portato al luogo di esecuzione, era contento e grato al Signore per averlo reso degno del martirio. In un primo momento il boia colpì al collo il Santo con il lato non affilato della spada per intimidirlo, aspettando la sua conversione. Tuttavia, il coraggioso martire lo esortò con coraggio dicendo: “Colpisci per la fede!”. E quando il boia mise il coltello nel collo del Santo e lo ferì appena, sentì dalla bocca del Santo la stessa frase “Colpisci per la fede.” Infine il boia recise il venerabile capo, conferendo la corona del martirio al Santo e arricchendo nel 1771 la Chiesa di Atene di un altro martire vincitore.

Nella prima colonna di Zeus Olimpico ad Atene, fu inciso il seguente marchio epigrafico: “Il 9 luglio 1771 è stato decapitato Paxanas Michalis”.

L’unica cappella dedicata a San Michele neomartire nella capitale si trova nel Santo Tempio dell’Ascensione del Signore (nel quartiere Neos Kosmos, all’angolo tra Lagoumtzi e Delacroix), dove secondo la tradizione si trovava il giardino del Santo. Nel 2003 è stato dichiarato protettore di dietologi e nutrizionisti. In suo onore, una delle strade più centrali del quartiere di Neos Kosmos ad Atene prende il suo nome (Baknana Odos), così come la vicina fermata del tram.

Segnaliamo, infine, che alcuni esperti come San Nicodemo l’Aghiorita, collocano il martirio del santo nel 1770.