19.07: Memoria della traslazione delle reliquie di San Serafino di Sarov
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Alla traslazione delle sacre reliquie di San Serafino di Sarov, il 19 luglio 1903, parteciparono molte migliaia di persone, tra cui la parte più importante del clero e i Sovrani stessi. Il santo Zar Nicola II fu uno dei portatori delle reliquie in processione, e la Granduchessa Elisabetta scrisse il racconto dei molti miracoli avvenuti e di cui fu testimone oculare. Non solo il Santo aveva predetto la venuta dello Zar alla sua glorificazione, e che dalla gioia avrebbero cantato “Cristo è risorto” in estate, ma aveva anche lasciato una lettera “per il quarto Sovrano, che verrà a Sarov”. Questo era appunto Nicola II, a cui fu consegnata la lettera in quell’occasione. il contenuto della lettera non è noto, si sa solo che, quando la lesse, lo Zar e futuro martire, un uomo che non mostrava le sue emozioni, apparve visibilmente scosso.
La traslazione delle sante reliquie di San Serafino di Sarov avvenne settant’anni dopo la morte. Attualmente si trovano nel Monastero Diveevskij, in Russia.
- 19.07: Memoria di San Dios
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
San Dios proveniva da Antiochia di Siria e visse negli anni di Teodosio il Grande (379-395). Si distinse per la sua erudizione teologica, per la pietà sincera e la temperanza. All’età di 35 anni si era così tanto diffusa la fama della sua virtù, che accorrevano da ogni luogo per ascoltare i suoi preziosi consigli. Dopo qualche anno, il Patriarca Attico (406 – 425) lo invitò a Costantinopoli e lo ordinò sacerdote. Affrontò i suoi doveri pastorali con molto zelo e applicazione. Era per i suoi parrocchiani un modello di paternità spirituale sacra e benevola, si comportava come una persona di famiglia. A Costantinopoli fondò un monastero. Un giorno si ammalò gravemente, arrivando in punto di morte, ma venne salvato da un miracolo. Alla fine morì in pace, dopo aver mantenuto il fuoco della pietà e dell’amore per le anime del suo gregge fino al suo ultimo respiro.
- 19.07: Memoria di Santa Macrina
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Santa Macrina, la sorella maggiore dei santi Basilio Magno e Gregorio di Nissa, fu dotata da Dio di tante grazie, spirituali e fisiche. Fu allevata secondo lo spirito del Vangelo dalla sua devota madre Emmelia. Quando divenne più grande, si dedicò alla carità e all’educazione dei suoi fratelli, cosa che ebbe un ruolo chiave nel loro successivo cammino spirituale, Fu ricercata da molti come sposa per la sua bellezza, saggezza e illustre nascita, e in tenera giovinezza fu promessa in sposa dai suoi genitori a un uomo di censo adeguato. Quando il suo fidanzato morì, Macrina rifiutò altri pretendenti e si dedicò a una vita di verginità, ascetismo e preghiera, ritirandosi con la madre in un monastero femminile nel Ponto. Quando suo fratello Basilio tornò da una brillante carriera nelle migliori scuole di Costantinopoli e Atene, furono le ammonizioni e il santo esempio della sua beata sorella che lo persuasero a porsi al servizio di Dio. Santa Macrina portò a termine in pace la sua vita terrena nell’anno 379; fu sepolta da suo fratello Gregorio, che scrisse un racconto commovente sui suoi ultimi giorni e sul dolore nel vedere una luce del genere svanire dal mondo.