• Memoria di San Sozonte di Cilicia, Martire

a cura di Joseph Giovanni Fumusa

Originario della Licaonia, San Sozonte visse un’umile vita da pastore. Amava dedicarsi alla lettura delle Scritture e parlare di Dio con gli altri, in particolare con altri pastori che incontrava sul suo cammino. In questo modo convertì molti al Cristianesimo.

Una notte vide in sogno che avrebbe patito il martirio per Cristo. Si recò quindi a Pompeiopoli, in Cilicia, dove si stava tenendo una festa in onore degli idoli. Entrato nel tempio, colpì l’idolo d’oro con il suo bastone da pastore, rompendone la mano. Quindi, dopo averla ridotta in pezzi, li distribuì ai poveri. La scoperta del danno causò una rivolta tra il popolo pagano e Sozonte, non volendo essere causa della sofferenza di innocenti, si costituì e confessò la propria colpa. Fu ordinato che venisse torturato: inizialmente fu bastonato, in seguito fu appeso ad un albero e torturato con artigli di ferro. Successivamente gli furono messi dei sandali con dei chiodi e gli fu fatta attraversare la città; per ultimo fu picchiato con barre di ferro finché non gli furono rotte le ossa. Tra queste atroci sofferenze Sozonde rese l’anima, ma i suoi torturatori decisero di bruciarne il corpo e accesero un fuoco. In quell’istante scoppiò un temporale che spense il fuoco, dando la possibilità ai cristiani del luogo di prendere il corpo e seppellirlo. Sul luogo di sepoltura si San Sozonde fu edificata una chiesa.

Un monastero dedicato a San Sozonte fu edificato tra i secoli VII e VIII nei pressi dell’attuale San Sosti (CS); di questo monastero oggi non rimangono che dei resti.

  • Memoria di Sant’Anastasio nativo di Aquileia e lavandaio di mestiere, martire a Salona in Dalmazia sotto Diocleziano verso il 304

Anastasio era originario di Aquileia: durante la persecuzione di Diocleziano si trovava a Salona dove fu arrestato e condannato ad essere gettato in mare con una pietra al collo. La matrona Asclepia lo fece seppellire fuori Salona in uno splendido mausoleo a due piani, attorno al quale si sviluppò il cimitero di Marusinac e che alla fine del sec. IV fu incluso in un santuario. Il papa Giovanni IV(640-42) ne fece trasportare a Roma le reliquie insieme con quelle di altri santi della Dalmazia e le pose nella cappella di S. Venanzio presso il battistero lateranense, dove il martire è raffigurato nello splendido mosaico ivi posto.