- memoria del nostro venerando padre Vittore, igumeno del Sacro Monastero di San Nicola di Càsula
Archimandrita Antonio Scordino
Di lui si sa soltanto che fu igumeno del Monastero di San Nicola di Càsole d’Otranto negli anni 1124-1152.
[In un luogo nella Puglia salentina dove già dall’VIII o IX secolo esistevano altari, cripte e casupole (casole, in dialetto salentino, da qui il nome S. Nicola di Casole) dove i monaci si ritiravano in preghiera sembra che Boemondo I d’Antiochia abbia fondato nel 1098 un monastero, affidandolo ad un gruppo di monaci italo-greci guidati da Giuseppe, che fu primo igumeno del monastero. In seguito, il monastero ospitò un circolo di poeti in lingua greca, guidato dall’igumeno Nettario, a cui appartennero, oltre allo stesso Nettario, Giorgio di Gallipoli, Giovanni Grasso e Nicola di Otranto. Nel monastero venne creata unabiblioteca, con numerosissimi volumi greci e latini. Era all’epoca una delle biblioteche più ricche d’Europa. Il monastero e la biblioteca vennero distrutti nel 1480, in seguito alla battaglia di Otranto, nella quale la città dovette soccombere agli invasori Turchi. Del monastero rimangono oggi solo le rovine.]
- Memoria di Sant’Eumenio, Vescovo di Gortina
a cura di Joseph Giovanni Fumusa
Della vita di Sant’Eumenio si hanno poche notizie. Si sa che fu conosciuto fin dalla giovinezza per la sua virtù e per aver distribuito tutti i suoi averi ai poveri.
Fu scelto come Vescovo di Gortina, a Creta; si prese cura del suo gregge e si occupò degli orfani e degli indigenti. Si narra che una volta, durante un periodo di siccità, si rivolse in preghiera a Dio il quale, esaudendole, mandò piogge abbondanti.
Sant’Eumenio difese strenuamente la Fede Ortodossa contro l’eresia Monofisita e, per questo motivo, fu esiliato nella Tebaide dove morì nel VII secolo. Il suo corpo fu poi portato e seppellito a Gortina.
- memoria di Sant’Eustorgio greco di nascita Vescovo di Milano (verso il 331)
E’ il nono vescovo di Milano. Atanasio nella Ep. encyclica ad episcopos Aegypti et Lybiae e Ambrogio nel Sermo contra Auxentium de basilicis tradendis ricordano Eustorgio di Milano come uno dei più fermi e illustri avversari dell’eresia ariana Non è certo, invece, se i due concili di Milano che videro la condanna del vescovo di Sirmio, Fotino, fautore dell’eresia ariana, siano stati tenuti durante l’episcopato di Eustorgio o invece durante quello del suo antecessore Protasio. Probabilmente si deve a Eustorgio l’inizio dei lavori di costruzione della nuova grande cattedrale di Milano, a cinque navate, con una superficie di 2000 mq. ricordata da s. Ambrogio come basilica nova, o anche basilica maior intra murana, sita nell’attuale piazza del duomo ed inaugurata, sembra, da s. Ambrogio stesso.
Una venerabile tradizione presenta Eustorgio come un greco mandato a Milano dall’imperatore in qualità di governatore (rendendolo in tal modo simile a s. Ambrogio). Alla morte di Protasio, con unanime consenso, fu eletto dai milanesi vescovo della città. Recatosi a Costantinopoli insieme coi maggiorenti de!la città per avere il consenso dell’imperatore alla nomina episcopale, non solo lo ebbe, ma ottenne anche l’esenzione dai tributi per i milanesi e una grandiosa arca marmorea con i corpi dei Magi. Ritornato a Milano, Eustorgio avrebbe eretto la basilica che da lui prese il nome, presso il luogo del fonte battesimale della primitiva comunità cristiana (zona di Porta Ticinese), collocandovi l’arca con le reliquie dei Magi (reliquie che furono traslate a Colonia da Rinaldo, arcivescovo di quella città e cancelliere dell’impero, dopo la distruzione di Milano nel 1162 per opera di Federico I Barbarossa).
Eustorgio morì un 18 settembre poco prima dell’anno 355 e fu sepolto nella basilica a lui dedicata. Eustorgio appartiene al gruppo dei quattro vescovi milanesi (Eustorgio, Dionigi, Ambrogio, Simpliciano) subito venerati di culto pubblico; infatti la loro Messa secondo il rito ambrosiano, a giudizio di A. Paredi e C. Marcora, risale al sec. V. La sua festa liturgica ricorre il 18 settembre. Un documento del sec. XIV, il Liber notitiae sanctorum Mediolani, elenca cinque chiese nel territorio della diocesi dedicate a questo santo vescovo e ne trasferisce la festa al 19 settembre.
- Memoria di Santa Arianna di Frigia
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
La schiava Arianna era in realtà superiore e più luminosa di molte altre donne, schiave di vanità mondane e preoccupazioni terrene.
Santa Arianna visse negli anni degli imperatori Adriano e Antonino (117 – 139) e divenne cristiana nella città di Promiseo (o Primnisù) nella provincia della Frigia Salutare. Quando ne fu informato il suo padrone Tertilo, uno dei più insigni abitanti della città, questi in ogni modo la spinse a ritornare all’idolatria. Ma Arianna rimase ferma nella fede cristiana e fu impossibile convincerla a sacrificare agli idoli, perfino nel giorno in cui il figlio del suo padrone festeggiava il suo compleanno. Venne allora duramente picchiata e torturata a lungo.
Santa Arianna, per evitare ulteriori pressioni, lasciò la casa del suo padrone. Mentre la stavano inseguendo, cadde in un dirupo dove trovò la morte. Altre fonti affermano che la martire stessa pregò Dio di aprire la roccia e farla entrare dentro. Lì Arianna ringraziando Dio consegnò il suo spirito. I suoi persecutori furono uccisi con lance dagli angeli del Signore.