Ανάμνηση θαύματος κολλύβων Αγίου Θεοδώρου του Τήρωνος,
Αγίας Κλαυδίας, Αγίου Ροδιανού
20 marzo- Memoria dei santi padri martirizzati dai mauri nel monastero di san Saba (VII sec.), di san Miron il neomartire, di Iraklion di Creta (1793); del beato Nikita il confessore, vescovo di Apolloniade, in Bitinia (fine VIII sec.); delle sante sette donne martiri ad Aminsò nel Ponto: Alessandria, Claudia, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia (inizio IV sec.); di Cutberto, vescovo di Lindisfarne (687).
Sinassario
Il 20 di questo mese memoria dei santi padri massacrati dai mauri nel monastero di san Saba il santificato.
Stichi. Prima per le loro fatiche, poi per il loro sangue, il giorno 20 i padri trovarono in cielo doppia corona presso l’Onnipotente come premio per una fede doppiamente provata.
Lo stesso giorno memoria del nostro beato padre e confessore Nikìta, vescovo di Apolloniade.
Lo stesso giorno memoria delle sante sette donne martiri ad Aminsò: Alessandria, Claudia, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia.
Stichi. Il numero sette di queste vergini bruciate vive esprime il numero delle sette lettere della parola vergine.
Lo stesso giorno il santo martire Rodianò perì di spada.
Stichi. A Cristo si offre Rodianò con il corpo coperto, arrossato e imporporato dal sangue.
Lo stesso giorno perì di spada Aquila, il santo eparca.
Stichi. Si mostrò puro e sacro Aquila, decapitato dalla spada per il Sovrano puro.
Lo stesso giorno san Lollione perì massacrato di pugni.
Stichi. Lollione subì supplizio colpito dai pugni senza un grido, come un albero o una statua.
Lo stesso giorno sant’Emanuele muore di spada.
Stichi. Chinandosi sotto la lama, Emanuele dichiara: Che versi anch’io un po’ di sangue.
Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.
- 03: Memoria dei Santi 20 padri del monastero di san Saba, martiri
Vicariato Arcivescovile della Campania
Questi Santi Padri conducevano le loro lotte ascetiche nella Lavra di San Saba, nei dintorni di Gerusalemme, raccolti in quel luogo da varie provenienze. Ai tempi del Patriarca Modesto e dell’imperatore Eraclio, una banda di predoni arabi attaccò il monastero imprigionandone i Padri, che non poterono, né desideravano, mettersi in salvo. Dopo essere stati in vario modo torturati perché rivelassero il nascondiglio dei tesori del Monastero, furono uccisi. In questo modo, ringraziando Dio per tutto e pregando, resero le loro anime a Dio, raggiungendo la vita eterna del Re dei Cieli, per la quale avevano già lottato nella loro vita ascetica, tutto volentieri sopportando. Questo orribile massacro fu raccontato dai santi Stefano il Sabaita, nipote di San Giovanni Damasceno e Antioco il Sabaita. Tra i santi Padri si ricorda il beato Teoctisto.