24 marzo- Vigilia dell’Annunciazione della Santissima Madre di Dio; memoria di sant’Artemone ieromartire, presbitero di Laodicea (sotto Diocleziano 285 – 305); di san Partenio III, Patriarca di Costantinopoli (1657); del beato Artemone, vescovo di Seleucia di Pisidia; del beato Zaccaria monaco; degli otto martiri di Cesarea di Palestina (sotto Giuliano l’apostata 361-363); del beato Martino della Tebaide d’Egitto; dei santi Romulo e Secundo, martiri gemelli in Mauritania; del beato Abraam, asceta sul monte Latro
Sinassario
Il 24 di questo mese vigilia dell’Annunciazione della santissima Theotòkos e memoria del nostro beato padre Artemio, vescovo di Seleucia di Pisidia.
Stichi. Artemio lasciando la carne come un peso, per non avere nulla dalla terra, si riveste della tunica celeste. Il 24 Artemio viene introdotto nell’Eden.
Lo stesso giorno memoria del santo ieromartire Artèmone, presbitero di Laodicea.
Lo stesso giorno il beato Zaccaria si addormentò in pace.
Stichi. Somigliando a Dio per la forza, sei divenuto coerede sulla terra del Figlio di Dio.
Lo stesso giorno i santi otto martiri di Cesarea di Palestina vennero uccisi di spada.
Stichi. Venne recisa l’ottuplice falange del Salvatore un tempo circonciso l’ottavo giorno.
Lo stesso giorno il beato Martino di Tebe si addormentò in pace.
Stichi. Giunto all’eredità eterna, Martino, conosce a sua volta la sorte dei santi padri.
Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.
- 03: Memoria di San Partenio III, Patriarca di Costantinopoli
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Questo nuovo ieromartire proveniva da Mitilene ed era figlio di genitori timorati di Dio. Parthenios si dedicò agli studi e divenne uno degli uomini saggi del XVII secolo. Fu ordinato sacerdote e in seguito divenne vescovo e pastore di Chios. Alla fine del 1656 divenne Patriarca di Costantinopoli, come successore del Patriarca Partenio II. Come metropolita, ma anche come patriarca, è emerso come un uomo di pietà religiosa, pratico, studioso e zelante per le cose buone e la devozione. Come patriarca, diede un impulso in particolare all’istruzione greca. Per raccogliere fondi, Partenio inviò lettere a un vescovo greco nel regno russo, all’epoca nemico politico dell’Impero ottomano. La sua corrispondenza fu intercettata e consegnata al Gran Visir Mehmet Köprülü, che considerò rivoluzionario il suo contenuto. Allora il sultano Ibrahim I decretò la condanna a morte del patriarca Parthenios. Così fu arrestato e spinto a convertirsi all’Islam per avere salva la vita. Ma Parthenios rimase saldo nella sua fede. Il il 24 marzo 1657, sabato di Lazzaro, fu impiccato in luogo di Costantinopoli chiamato “Porta dell’amo” (Parmak Kapi). Per ordine del M. Visir Mechmet Kioupoulou la reliquia fu lasciata appesa per tre giorni e poi gettata in mare. Più tardi i Cristiani la recuperarono e la seppellirono sull’isola dei Principi, come scriveva Melezio Syrigos.
- 03: Memoria di San Severo, vescovo di Catania (IX sec.)
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
San Severo fu probabilmente l’ultimo vescovo di Catania di rito greco venerato come Santo. Governò la sua Chiesa dall’802 all’816, sotto l’impero di Niceforo. Edificò una chiesa dedicata alla S. Madre d Dio “Odighitria”. Di lui si venerava un’immagine su legno (probabilmente un’icona) conservata nella chiesa di S. Maria “de Elemosina” (Eleousa) e se ne faceva memoria solenne il 24 marzo, suo probabile dies natalis.
[da “I santi italo-greci dell’Italia meridionale” dell’archimandrita Alessio Mandaniciota
San Severo vescovo di Catania. Nella cronotassi ufficiale della Diocesi è inserito al diciannovesimo posto. Succede a Teodoro menzionato nel 787. San Severo, nell’elenco dei vescovi diocesani non è documentato storicamente, ma è noto solamente grazie ad alcuni testi agiografici scritti tra VIII e il IX secolo.
La tradizione ci tramanda il suo episcopato tra gli anni 802 e 814. Governò la diocesi santamente, con la parola e l’esempio, meritando somma lode da tutti.
Su San Severo ci sono rimaste solo delle citazioni circa la sua memoria nel Menologio del Cardinale Sirleto e nei Menei del Codice Mazar della Nazionale di Parigi. I Bollandisti lo citano così: “24 marzo – memoria del N.S.P. Severo, vescovo di Catania città della Sicilia”.
Nelle moderne liste dei vescovi di Catania sono stati inseriti anche un altro San Severo (o Everio) al secondo posto e un San Severino al quarto posto. Secondo lo storico, Francesco Lanzoni «potrebbero essere una retroproiezione del santo vescovo Severus il cui episcopato si colloca agli inizi del IX secolo».
Nel battistero della basilica di Maria Santissima dell’Elemosina, meglio conosciuta come basilica collegiata di Catania, si venerava una sua immagine.
La sua festa liturgica si celebra il 24 marzo.
[da http://www.santiebeati.it/dettaglio/46790; citato in http://siciliasantiprimomillenni.blogspot.com/2017/03/]