• 08: Memoria dei Ss. Fozio e Aniceto

Furono uccisi a Nicomedia nel 305. Secondo i loro Atti, che i Bollandisti dichiarano fittizi, avendo Aniceto, ufficiale (comes) dell’esercito, contestato pubblicamente a Diocleziano l’errore del paganesimo, fu condotto nel circo per essere sbranato dalle fiere: ma queste si ritrassero e, anzi, un leone gli lambì il volto per detergerne il sudore. Subito dopo, un terremoto, segno della collera divina, sconvolse la città, rovesciando i venerati idoli di Ercole e uccidendo numerosi pagani. Mentre il santo subiva torture terribili quanto inefficaci, Fozio, suo nipote, si presentò a Diocleziano rimproverandogli l’effusione di tanto sangue innocente; immediatamente associato ad Aniceto, ne condivise il glorioso destino. Aniceto e Fozio, infatti, furono bruciati vivi, ma i loro corpi non incene­rirono e poterono essere sepolti cristianamente. Qualche anno dopo la loro morte il corepiscopo Dulcizio fece costruire un oratorio dedicato ai martiri a Defeusa, piccola isola situata tra Samo e Lesbo.

I martiri di Nicomedia vengono invocati nei riti bizantini dell’Estrema Unzione e nella formula della benedizione dell’acqua. Per loro esiste un intero Ufficio con canone di Giuseppe. Nei Menei greci la passione di Aniceto e Fozio è ricordata con questo distico: «Il fuoco arde Aniceto assieme a Fozio, ed essi la casa della luce, invincibile».

La festa dei santi cade il 12 ag., ma alcune fonti indicano l’11 agosto, mentre il Sinassario Abis­sino (volume dì Giobbe Ludolfo, sec. XV) li cele­bra l’8 agosto.                   

12.08: Memoria dei Ss. Vescovi: Cassiano di Benevento, Eusebio di Milano ed Ercolano di Brescia