13.07: Memoria di santo Stefano il Sabaita           

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Nipote di Giovanni Damasceno, Stefano nacque a Damasco nel 725. Suo padre si chiamava Teodoro Mansour, fratello di san Giovanni. All’età di dieci anni, Stefano fu introdotto da suo zio nella Lavra di San Saba, dove per 15 anni fu molto ben addestrato alla vita monastica. Dopo la morte di suo zio, si ritirò nel deserto e fu ancora più coinvolto nella meditazione della parola di Dio. Lì si occupò anche di poesia, nella quale si distinse, divenendo uno tra i più grandi poeti della nostra Chiesa. Stefano, che accrebbe il talento che Dio gli aveva affidato, lo dedicò alla gloria di Dio e non all’ammirazione degli uomini. Perché lo ispirarono le parole delle Sacre Scritture, che dicono: “Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.” (Col 3,17). Cioè, tutto quello che fate con la parola o il lavoro, fatelo per piacere al Signore Gesù e per la Sua gloria, ringraziando attraverso di Lui Dio Padre, che così tanto ci ha amato. Stefano, dopo aver abbellito la Chiesa Universale con le sue poesie, morì pacificamente nel 794 (secondo altri nell’807).

 

  • 13.07: Sinassi dell’Arcangelo Gabriele

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Già dal nono secolo la Chiesa di Costantinopoli ha inteso celebrare oggi la Sinassi dell’Arcangelo Gabriele, probabilmente per festeggiarlo, visto che il 26 marzo capita sempre nella Grande Quaresima. Di fatto, tutti i miracoli effettuati dall’Arcangelo sono ricordati nei libri liturgici nella giornata di oggi. Ecco con quali espressioni, tra le altre, la Chiesa celebra la sua Sinassi:

‘Gabriele, primo messaggero, celebre è la tua gloria, mirabile è la tua potenza, divina la tua grazia, fulgida la tua figura, di fuoco il tuo aspetto, eccelso e onoratissimo il tuo grado, immateriale il tuo splendore, il tuo impulso mai si piega al male, per l’inclinazione verso il bene’.

‘Il grande mistero, un tempo ignoto agli angeli e custodito dall’eternità, a te solo, Gabriele, venne affidato, e tu, giunto a Nazareth, l’hai fiduciosamente rimesso alla sola Pura: con lei prega perché siano donate alle anime nostre la pace e la grande misericordia’.