- 06: Memoria dei Ss. Vito di Lucania Martire e Fortunato vescovo di Napoli (verso il 350)
Traduzione a cura di Joseph Giovanni Fumusa
San Vito di Lucania Martire
Tratto da: https://oca.org/saints/lives/2017/05/16/101398-martyr-vitus-at-lucania
I Santi Martiri Vito, Modesto e Crescenzia patirono per Cristo durante il regno dell’Imperatore Diocleziano (284-305).
San Vito era figlio di un illustre dignitario siciliano, il pagano Gelas. Questi aveva tentato di allontanare il proprio figlio dal Cristianesimo, ma fallì. L’amore paterno divenne quindi odio e decise di uccidere Vito.
Per salvare il ragazzo, il suo precettore San Modesto e la sua nutrice Santa Crescenzia, i quali erano cristiani, lo portarono segretamente via dalla casa dei genitori. Videro un’imbarcazione sul fiume ed un angelo salì assieme ad essi sull’imbarcazione. I santi raggiunsero la Lucania, dove vissero in tranquillità, nascosti dai loro persecutori. Il giovane santo continuò a guarire gli ammalati e a convertire i pagani al Cristianesimo. La sua fama crebbe rapidamente in tutta la regione.
I Santi Vito e Modesto si presentarono dinanzi a Diocleziano e furono gettati in carcere. Quindi il Signore Gesù Cristo apparve ai prigionieri, dando loro la forza di affrontare la loro condizione. Li aiutò e le catene caddero dalle loro mani.
Attribuendo il miracolo alla magia, Diocleziano ordinò che San Vito fosse gettato in un calderone di olio bollente. Il santo vi rimase in piedi, come se si trovasse in acqua fresca, e rimase illeso. Quindi venne liberato un leone feroce. Il giovane fece il Segno della Croce e la bestia si distese ai suoi piedi ed iniziò a leccarli. Quindi legarono i santi martiri a delle colonne ed iniziarono a graffiarli con artigli di ferro.
Santa Crescenzia uscì dalla folla di spettatori, confessò di essere cristiana e rimproverò l’imperatore per la sua crudeltà. Egli decise di condannare anch’essa alla tortura.
San Vito si rivolse a Dio: “O Dio, salvaci con la Tua potenza e liberaci.” Quindi vi fu un terremoto e molti pagani perirono sotto gli edifici crollati. Diocleziano fuggì impaurito nei suoi alloggi. Un angelo liberà i martiri dalle colonne e li portò in Lucania.
San Vito pregò che Dio accettasse le loro anime in pace e non privasse della Sua benevolenza coloro i quali ne tenevamo memoria. Una voce venne dal Paradiso: “La tua preghiera è stata udita”. Quindi i santi consegnarono con gioia le proprie anime a Dio.
I santi martiri Vito, Modesto e Crescenzia patirono per Cristo nell’anno 303. Questi santi sono commemorati il 15 di Giugno.
Le reliquie di San Vito furono traslate a Praga. Il Santo Principe Venceslao dei Cechi edificò una chiesa in onore di San Vito, in cui fu successivamente sepolto.
- 06: Memoria del santo profeta Amos
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo – Napoli
l Profeta Amos era della città di Tecoa nella terra di Zabulon: proveniva dal regno meridionale di Giuda, ma il suo ministero profetico si svolse nel regno settentrionale di Israele. Era un uomo non istruito, un pastore e raccoglitore di sicomori, come lui stesso testimonia di sé (Amos 7, 14-15). Terzo tra i profeti minori, dopo Osea e Gioele, Il suo libro profetico è suddiviso in nove capitoli. Questo Amos è naturalmente diverso dal padre del profeta Isaia, Amoz. Il nome ebraico vuol dire “fardello” o “portatore di un peso” e, in effetti, i suoi discorsi erano gravosi, scomodi.
Profetizzò al tempo di Ozia re di Giuda, e di Geroboàmo figlio di Ioas, re di Israele, due anni prima del terremoto, che pare sia avvenuto all’incirca nel 785 a. C. Le conquiste di Geroboamo II avevano portato grande prosperità tra gli Israeliti: ma alla ricchezza materiale si accompagnò una profonda decadenza religiosa e morale. Il profeta Amos si scagliò particolarmente contro sacerdoti e potenti, che praticavano riti ormai vuoti e idolatrici, e che con la loro astuzia camuffavano le ingiustizie contro i poveri. Le sue predicazioni contro i costumi del tempo gli procurarono forti inimicizie, tanto che fu anche espulso dalla città di Betel dal re Geroboamo su istigazione del sacerdote Amasia.