• 08: Memoria del santo Profeta Samuele

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo – Napoli

Questo uomo santo, profeta di Dio fin dall’infanzia, fu l’ultimo giudice del popolo israelita e unse i primi due re di Israele. Nacque nel XII secolo prima di Cristo, nella città di Armathaim Sipha, nella tribù di Levi, figlio di Elkana e Anna. Era il frutto della preghiera, poiché sua madre, essendo sterile, riuscì a concepire solo dopo che aver supplicato il Signore con molte lacrime; pertanto lo chiamò Samuele, cioè “ascoltato da Dio”. Non appena Anna lo svezzò, lo portò nella città di Silom, dove era custodita l’Arca, e lo consacrò, sebbene fosse ancora un bambino, al servizio di Dio. Samuele rimase a Silom sotto la protezione di Eli il sacerdote. Prima di ritornare, Anna elevò a Dio un cantico di lode, in cui si sottolinea la potenza divina, che trasforma la prepotenza dei potenti in un trionfo finale dei più deboli e la sterilità infamante di una donna, in una fertilità di madre, come nel suo caso. Servì nel Tabernacolo di Dio e a causa del suo modo di vivere irreprensibile divenne gradito a Dio e agli uomini (I Re 2, 26). Mentre era ancora bambino, dormendo nel tabernacolo vicino all’Arca di Dio, sentì la voce di Dio che chiamava il suo nome e predisse la caduta di Eli; poiché sebbene i due figli di Eli, Ofni e Fineas, fossero irrispettosi della legge e disprezzassero di Dio, Eli non li aveva corretti. Anche dopo che Samuele aveva rivelato a Eli l’avvertimento divino, Eli non castigò adeguatamente i suoi figli, e in seguito, attraverso varie disgrazie, la sua intera casata fu cancellata in un giorno.

Dopo che questi avvenimenti si verificarono, Samuele fu scelto per essere il protettore del popolo e lo giudicò con santità e giustizia. Divenne per loro un esempio di ogni bontà e il loro compassionevole intercessore davanti a Dio: “Non sia mai che io pecchi contro il Signore, tralasciando di supplicare per voi e di indicarvi la via buona e retta “(ibid. 12, 23). Quando chiese loro – avendo Dio come testimone – se avesse mai fatto del male a qualcuno, o avesse preso i beni di qualcuno, o qualsiasi dono, perfino il più piccolo, come un sandalo, essi risposero con una sola voce: “Non ci hai frodato, né ci hai oppresso, né ci hai afflitto, e non hai preso nulla dalla mano di nessuno “(ibid. 12, 4). Diventato vecchio, il popolo gli chiese un re, ma egli non ne fu contento, sapendo che Dio stesso era il loro re. Ma alla loro insistenza, il Signore gli ordinò di ungere per loro un re, dicendo: “Non ti hanno rifiutato, ma hanno rifiutato che Io regni su di loro” (ibid. 8, 7). Così Samuele unse Saul, ma questi trasgredì ripetutamente il comando di Dio, così Samuele unse Davide. Tuttavia, poiché Samuele era un uomo di Dio, pieno di tenera misericordia, quando il Signore gli disse che Egli aveva respinto Saul, Samuele pianse per lui tutta la notte (ibid. 15, 11); e più tardi, mentre continuava a soffrire, il Signore gli disse: “Per quanto tempo piangerai per Saul?” (ibid. 16, 1). Avendo vissuto irreprensibilmente per circa novantotto anni, divenuto un esempio per tutti di una vita gradita a Dio, si addormentò, nell’undicesimo secolo prima di Cristo. Molti si riferiscono a lui come all’autore dei Libri dei Giudici e di Ruth e dei primi ventiquattro capitoli del Primo Libro dei Re (I Samuele).