21.07: Memoria dei Santi padri Simeone e Giovanni
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
I santi padri Simeone e Giovanni provenivano da Edessa, in Siria, e vissero negli anni dell’imperatore Giustino II (565-578). Erano molto amici e così decisero di andare insieme a Gerusalemme in pellegrinaggio.
Dopo aver visitato i Luoghi sacri, andarono al monastero di San Gerasimo e divennero monaci, tonsurati dal beato Nicone. Ma prima che fossero trascorsi sette giorni nel monastero, partirono per il deserto dove vissero insieme per più di trent’anni, in severa ascesi, vicino al Mar Morto.
In seguito Simeone, raggiunto il vertice del distacco dalle cose terrene, partì per Emesa, in Siria, dove si finse pazzo; compì molti miracoli, salvando molte anime dal peccato mentre nascondeva la sua santità con un comportamento insensato. Simeone morì nel 570. Più tardi arrivò anche Giovanni, che venne a sapere della morte di Simeone, e dopo un po’ si addormentò anch’egli nel Signore.
- 21.07: Memoria dei Santi Teofilo, Trofimo e altri tredici loro compagni, martiri
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Questi santi vissero durante il regno dell’imperatore Diocleziano (284-304) e si distinsero per il loro coraggio nella persecuzione contro i Cristiani. Rimasero fedeli alla confessione di nostro Signore Gesù Cristo e furono sottoposti a una serie di torture. Li lapidarono e squarciarono le loro carni con strumenti di ferro. Poi bruciarono le loro ferite con candele accese. Alla fine, poiché resistevano e continuavano a proclamare la loro fede in Cristo, vennero decapitati.
- 21.07: Memoria di San Costantino discepolo di San Benedetto e primo suo successore come igumeno del Monastero di Montecassino (verso il 560)
Nei primi anni del 6° secolo San Benedetto aveva fondato 13 monasteri nell’area di Subiaco decidendo di stabilirsi come abate in uno di questi: San Clemente. San Benedetto fu tradito dal geloso sacerdote Fiorenzo che in un primo momento tentò di avvelenarlo e, in seguito, provò a condurre sulla cattiva strada alcuni fedeli monaci. Fu a questo punto che san Benedetto, insieme con i primi oblati benedettini Mauro e Placido ed altri devoti monaci si mise in viaggio per trovare un altro luogo da utilizzare come loro casa sacra. Il loro divino cammino li condusse intorno all’anno 529 giù nella Valle del Liri fino alla città di Cassino, una volta nobile e fiorente. San Benedetto distrusse gli idoli sulla vetta della montagna di Montecassino, convertì l’antico tempio pagano alla Cristianità trasformandolo in una chiesa dedicata a San Martino di Tours e edificò anche un oratorio dedicato a San Giovanni Battista. Questo fu l’inizio della costruzione dell’abbazia che sarebbe diventata poi uno dei più grandi ed autorevoli monasteri nel mondo.
La prima abbazia di Montecassino fu costruita dai monaci stessi: abbatterono gli alberi sulla cima della montagna e si procurarono i materiali per costruire insieme il nuovo monastero. Inglobarono la torre ed altre mura dell’antica acropoli nella loro struttura e così, molto presto, la popolazione di Cassino cominciò ad aiutarli nello sforzo della costruzione e in ogni modo in cui poteva. San Benedetto supervisionò questo processo di costruzione proteggendoli dalle presenze maligne che notò sull’area originaria del tempio pagano, compiendo anche alcuni miracoli come quello di salvare la vita a Severo, un monaco schiacciato dalla caduta di un muro.
La giovane abbazia crebbe sia nel numero di abitanti sia nella reputazione. Vennero accolti molti visitatori: ospiti come Tertullo, il padre di Placido, i poveri ed affamati dai vicini paesi, e novizi. La devota sorella di San Benedetto, Santa Scolastica, fece spesso visita al fratello in una chiesa vicina a Montecassino e nel monastero a Piumarola del quale lei era badessa. San Benedetto morì nella metà del 6° secolo a Montecassino ma le idee espresse nella sua Regola e i suoi devoti seguaci in tutto il mondo gli sopravvissero. I suoi resti mortali, insieme a quelli di sua sorella Santa Scolastica riposano in un santo sepolcro all’interno della Cattedrale di Montecassino
San Gregorio Magno fu l’autore del primo resoconto biografico della vita di San Benedetto scritto tra il 593 e il 594. I Dialoghi di San Gregorio sono una serie di libri inerenti la vita di Santi italiani, abati, diaconi, suore, vescovi e sugli aspetti della vita dopo la morte (paradiso, inferno e purgatorio). Il secondo dei quattro libri è interamente dedicato a San Benedetto da Norcia. Questa biografia si è dimostrata di grande importanza per la comprensione non solo della vita di San Benedetto ma anche degli inizi di Montecassino. Il libro è diviso in 38 capitoli e descrive i numerosi eventi e miracoli che accaddero durante la vita di San Benedetto e di sua sorella Santa Scolastica che, come spiega San Gregorio, gli furono raccontati dalle persone che erano più vicine al Santo:
“Non potrei conoscere tutti i fatti rilevanti e le azioni della sua vita: ma quei pochi, che ho intenzione di riportare ora, li ho saputi grazie a quattro dei suoi discepoli; Costantino, un uomo piuttosto prezioso e rispettoso che fu abate dopo di lui”