22 aprile: memoria del beato Teodoro il Siceota, vescovo di Anastasiopoli (613); dell’apostolo Natanaele (v. anche il 10 maggio); di san Nearco (sotto l’imperatore Valeriano 253-259); si san Gaio vescovo di Roma (296); di san Vittorino martire; del beato Anania (Creta, 1907); di san Gregorio Gravanos, il Nisiro (1812)
Άγιος Βικτωρινός ο Μάρτυρας
Όσιος Ανανίας εκ Μαλλών Κρήτης
Άγιος Γρηγόριος Γραβανός ο Νισύριος
Sinassario
Il 22 di questo mese memoria di san Teodoro il Siceota, vescovo di Anastasiòpoli.
Stichi. Sia a Teodoro, sia al corpo addormentato di Teodoro fu donato da Dio il carisma dei prodigi. Il ventidue il sepolcro nascose il Siceota.
Lo stesso giorno san Nearco martire perì nel fuoco.
Stichi. Così diceva Nearco: O Salvatore, il fuoco non mi separerà dal divino amore fervido per te.
Lo stesso giorno memoria dell’incontro con Cristo del santo apostolo Natanaele, o Simeone zelota.
Stichi. Conoscendo il grande Nazareno, o Natanaele, non puoi dire più che Nazareth sia ignobile.
Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.
• 22.04: Memoria di San Teodoro il Siceota, vescovo di Anastasiopoli
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
San Teodoro nacque da una prostituta a Sykeon, un villaggio della Galazia in Asia Minore. Fin dall’infanzia fu sotto la protezione e la guida del santo Megalomartire Giorgio, che spesso gli appariva, ed era come il suo allenatore nella dura disciplina ascetica cui si sottopose per tutta la vita. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, divenne monaco nella nativa Galazia. Intorno al 584 fu ordinato vescovo di Anastasiopolis in Galazia, dove curò il suo gregge per dieci anni. Dopo questo periodo, chiese di essere sollevato dai doveri di governo della diocesi; la sua richiesta fu accolta ma gli fu ordinato di mantenere il suo grado di vescovo. San Teodoro fu un grande taumaturgo, e ricevette da Dio anche il potere di scacciare i demoni più ostinati, che lo chiamavano “mangiatore di ferro” a causa del suo stile di vita severo. Dopo aver attraversato molti luoghi, operato numerosi miracoli e rafforzato i fedeli nella pietà, lasciò questa vita.
• 22.04: Memoria del santo martire Nearco
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Il Santo Martire Nearco era un soldato romano in Armenia sotto l’imperatore Decio (249-251), e in seguito soffrì per Cristo sotto l’imperatore Valeriano (253-259). Aveva un legame stretto e amichevole con San Polieucto (9 gennaio), un commilitone, sebbene Nearco fosse un cristiano zelante e Polieucto, seppure virtuoso e quasi cristiano, era pur sempre pagano. Quando iniziò la persecuzione contro i cristiani, Nearco disse a Polieucto: “Amico, presto saremo separati, perché mi porteranno alla tortura, e tu ahimè,
rinuncerai alla tua amicizia con me.” Polieucto gli disse di aver visto Cristo in sogno, che gli aveva tolto il mantello militare sporco e lo aveva rivestito con una veste radiosa. “Ora”, disse, “sono pronto a servire il Signore Gesù Cristo.” San Polieucto fu il primo a morire martire, per decapitazione, e dopo il santo
Nearco raccolse il suo sangue come preziosa e sacra reliquia e trasmise al vescovo un documento relativo al martirio del suo amico, venendo anch’egli condannato per la sua confessione di Cristo e condannato a essere bruciato vivo.
• 22.04: Memoria di san Gregorio Gravanos il Nisiro
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
San Gregorio era un membro del movimento dei Kollyvades. Questo movimento varcò i confini del Monte Athos, i monaci lo diffusero nelle isole dell’Egeo. San Gregorio insieme ad altri giunse a Patmos e successivamente a Lipsi, dove costruì un eremo in onore della Santissima Theotokos.
A causa delle incursioni dei pirati, fu costretto a lasciare l’isola e più tardi a tornare a Patmos, dove incontrò Makarios Notaras (vedi 17 aprile), che viveva nella Sede della Panaghia di Cumana (Aghioi Pantes) da lui creata sulla collina di Cumana. San Gregorio rimase un po’ con Makarios e poi partì per un’altra parte dell’isola, chiamata Grava (Gravanos proviene da questo luogo).
Divenne ampiamente conosciuto come uomo spirituale e secondo alcuni ricevette una visita anche da parte del Patriarca di Costantinopoli. Ad un certo punto, fu costretto a lasciare Patmos per Ikaria, dove si addormentò nel 1812.