25.07: Memoria del V Concilio Ecumenico
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Al tempo dell’imperatore Giustiniano, il Patriarca di Costantinopoli, Antimo di Trapezunte, prese a sostenere le teorie eretiche di Eutiche (monofisismo). Così fu allontanato dal trono patriarcale e al suo posto fu ordinato Patriarca, dall’allora Papa di Roma Agapito, Mena. In questa situazione, Severo e Pietro di Apamea che erano eretici e seguivano le dottrine blasfeme di Origene, si ribellarono alla decisione. C’era dunque un grande disagio nella Chiesa. Così, l’imperatore Giustiniano decise di convocare a Costantinopoli nel 553 un nuovo Concilio. I 165 santi padri intervenuti, sotto la presidenza del patriarca Mena, anatemizzarono gli eretici e i loro seguaci. Il lavoro legislativo (l’edizione dei sacri Canoni) del V Sinodo Ecumenico, così come quello del VI, fu completato dal Concilio in Trullo del 692.
- 25.07: Memoria della Dormizione di sant’Anna, madre della Tuttasanta Madre di Dio
a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria
Sant’Anna, la madre della Santissima Madre di Dio, proveniva dalla tribù di Levi. Suo padre era sacerdote, si chiamava Matan, espletò il sacerdozio sotto il regno di Cleopatra. Sua madre si chiamava Maria.
Anna aveva due sorelle, una che si chiamava Maria come la madre e Sobè. Mentre Maria, si sposò a Betlemme, ebbe una figlia Salomè l’ostetrica; Sobè che anche si sposò a Betlemme, ebbe Elisabetta. In fine, Sant’Anna che sposò in Galilea Gioacchino, diede alla luce la vergine Maria.
Sant’Anna fu degna di avere l’onore e la grande gioia di ottenere una sola figlia, la madre del salvatore del mondo. Dopo aver svezzato la Madre di Dio, le dedicò a Dio, ella passò il resto della sua vita in digiuni, preghiere ed facendo elemosine ai poveri. Infine in pace remise la sua anima a Dio ereditando i beni eterni, come lo stesso Signore disse:<< E se ne andranno i giusti alla vita eterna >>.
L’imperatore Giustiniano verso il 550 costruì a Costantinopoli una stupenda chiesa dedicata a Sant’Anna.
Parte della mano sinistra è venerabile nel Monastero di Stavronikita (Santa Montagna dell’Athos ), parte dell’incorrotto piede sinistro è venerabile nell’omonima Skiti della Santa Montagna dell’Athos, parte del piede destro si trova nel Monastero di Koutloumousiou (Santa Montagna dell’Athos ), frammenti delle reliquie della Santa si trovano nell’omonimo Monastero di Lygaria di Lamia e nel monastero di san Giovanni il teologo di Sourotì.
- 25.07: Memoria di Sant’Euprassia
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Sant’Euprassia era la figlia del senatore Antigono e di Euprassia (la Santa aveva lo stesso nome di sua madre), parente di Teodosio il Grande (379-395).
Dopo la morte di Antigono, la madre la affidò a Teodosio. Questi la promise in sposa, ancora molto piccola, ad un senatore.
Ma durante un viaggio in Egitto, accompagnata da sua madre, Euprassia visitò un monastero femminile a Tebe nell’Alto Egitto (dove era Igumena una santa donna di nome Marina); le piacque così tanto la vita che lì veniva condotta dalle monache, che decise di passare il resto della sua vita con loro.
Sua madre non ebbe nulla da obiettare, tornò in Oriente, vendette le sue proprietà e tornò al Monastero. Lì, dopo aver depositato tutti i soldi dalla vendita delle sue proprietà, morì in pace.
Sua figlia Euprassia distribuì questo denaro alle Chiese e ai poveri e praticò un’intensa ascesi per 45 anni. Dopo aver vissuto nella santità, compiuti molti miracoli, consegnò in pace la sua anima a Dio.
- 25.07: Memoria di Sant’Olimpia, la diaconessa
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Olimpia visse negli anni dei Patriarchi Nettario e San Giovanni Crisostomo. Suo padre Acundo aveva il titolo di conte. Secondo altri, tuttavia, si chiamava Seleuco.
Olimpia aveva un bell’aspetto, intelligenza, educazione e molta ricchezza. Sposò un nobile di Costantinopoli, Nevridio, che però dopo un po’ morì, lasciandola vedova in giovane età. L’imperatore Teodosio cercò di convincerla a prendere come secondo marito un certo ufficiale Elpidio; ma la Santa, volendo rispettare la memoria del marito, e nutrendo un ardente desiderio di servire la Chiesa con le sue ricchezze, respinse l’idea di un secondo matrimonio. Si rivolse dunque all’arcivescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, e con entusiasmo diede alla sua arcidiocesi migliaia di monete d’oro e varie proprietà. All’interno della Chiesa aveva il titolo di Diaconessa. Fondò anche un monastero, vicino alla chiesa di Sant’Irene.
Più tardi, quando il Crisostomo fu esiliato, Olimpia cadde in profondo lutto. Per confortarla, il grande gerarca le inviò diverse lettere (17 di queste si sono conservate). Morì esiliata a Nicomedia, a circa 50 anni, poco dopo la morte del santo Crisostomo.