• La santa martire AQUILINA, morta sotto i colpi per aver rifiutato di rinnegare la sua fede nel Cristo Salvatore (1764)

a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria

Santa Aquilina era originaria di un villaggio vicino Tessalonica. Quando era ancora in fasce, suo padre litigò un giorno con uno dei suoi vicini turchi, essi arrivarono alle mani ed uccise involontariamente il turco. Ebbe la vita salva solo alla condizione di rinnegare la sua fede e divenire musulmano, promettendo la successiva conversione di sua figlia allorché ne avrebbe avuta l’età. Ma la madre di Aquilina ammirava fedele e pia le sofferenze dei martiri per cui educò sua figlia insegnandole a preferire la morte all’apostasia. Quando la ragazza ebbe diciotto anni, suo padre le propose la conversione alla fede dei turchi ma fu fortemente sorpreso nel vederla rifiutare dichiarandosi pronta ad ogni supplizio per amore di Cristo. Constatando la sua risoluzione ed impaurito per se stesso, questo padre indignato liberò sua figlia alle autorità turche, dicendo loro di farne ciò che volevano. La ragazza si lasciò condurre senza resistenze dopo aver abbracciato sua madre ed averla rassicurata che sarebbe stata degna dei suoi insegnamenti. Ed infatti né le promesse, né le minacce la convinsero.

Vestita con un semplice abito, ben presto ridotto in brandelli sotto i colpi, la fidanzata del Salvatore fu sottoposta a più riprese a bastonate senza pietà dai barbari. Lontana dal perdere la sua sicurezza e come trasportata di gioia dall’amore di Dio che le bruciava nel cuore, Aquilina non cessò di deridere i suoi carnefici. Quando fu ridotta all’estremo, dei pii cristiani la portarono avanti a sua madre, perché l’assistesse alla fine. Vedendola, questa le chiese ansiosamente se avesse tenuto duro. La santa le rispose con l’ultimo sospiro: << Che pensi che abbia fatto, se non ciò che tu mi hai insegnato. Secondo i tuoi comandamenti, ho mantenuto la confessione della nostra fede >>. Resero ambedue gloria a Dio e la santa martire partì per le dimore eterne. Quando si trasportò la sua spoglia per la sepoltura, tutti i luoghi dove passava si inondavano di soave profumo e la notte una splendida luce inondò la sua tomba. 

  • Memoria di San Callistrate e di altri 49 con lui, martiri

a cura di Giovanni Fumusa

Originario di Cartagine, San Callistrate fu figlio di genitori cristiani e, seguendo le orme paterne, servì nell’esercito romano, dove si distinse per la propria condotta.

Era solito trascorrere la notte in preghiera, mentre i suoi commilitoni dormivano. Una notte, però, un soldato lo udì invocare il Nome del Signore Gesù Cristo e ne fece rapporto al comandante il quale, a sua volta, convocò Callistrate per chiedergli di sacrificare agli idoli. Visto il fermo rifiuto da parte del santo, il comandante lo fece dapprima bastonare e, in seguito, trascinare su delle rocce acuminate; tuttavia, queste torture non intaccarono la volontà e il coraggio del soldato Callistrate.

Quindi fu chiudo dentro una sacca di pelle e lanciato in mare. Per misericordia divina, la sacca colpì delle rocce, aprendosi, e San Callistrate fu riportato sulla terraferma da dei delfini. Vedendo ciò, 49 soldati presenti credettero in Cristo. Il comandante miitare gettò in carcere San Callistrate ed i soldati credenti, non prima di averli sottoposti a numerose frustate.

In carcere, San Callistrate continuò a predicare la Parola di Dio, rafforzando in tal modo lo spirito dei soldati per affrontare il martirio. Riconvocati dal comandante, tutti espressero con convinzione la loro fede in Cristo. Furono quindi loro legati mani e piedi e furono gettati in una diga. Lì i lacci si ruppero e, con i volti radiosi, i martiri si erigevano sull’acqua, rallegrandosi per il proprio Battesimo che coincideva con il loro martirio.

Sulle loro teste apparvero delle corone e tutti udirono una voce “Sii coraggioso, o Callistrate, assieme alla tua compagnia, venite a riposare nella vostra dimora eterna.” Nello stesso momento, la terra tremò e la statua di un idolo vicina cadde, frantumandosi. Vedendo ciò, altri 135 soldati credettero nel Signore Gesù Cristo. Il comandante militare, temendo un ammutinamento, non li portò a giudizio, ma incarcerò nuovamente Callistrate e i suoi 49 compagni. In carcere, i martiri pregarono con fervore e ringraziarono il Creatore per aver concesso loro la forza di sopportare tali sofferenze.

Di notte, i soldati furono fatti a pezzi a colpi di spada per ordine del comandante. Le loro reliquie furono sepolte dai 135 soldati che erano rimasti in vita. In seguito, sul luogo del loro martirio, fu edificata una chiesa, come predetto da San Callistrate.              

  • Memoria di Santa Epicharide martire

Santa Epicharide di nascita patrizia da famiglia senatoriale e martire a Roma sotto Diocleziano verso il 284