29 marzo- memoria dei santi martiri Marco, vescovo di Aretusa, Cirillo diacono e molti altri (363); dei santi martiri Giona, Barachisio e dei loro nove compagni martiri (intorno al 330); del nostro beato padre Eustazio di Bitinia, il confessore, vescovo di Kios di Bitinia (periodo dell’iconoclastia); del beato Esichio, igumeno del monastero del Sinai (VII sec.)

Sinassario

Il 29 di questo mese memoria dei santi martiri Marco, vescovo di Aretusa, Cirillo diacono e molti altri.
Stichi. Prima vegliò tra molti tormenti, poi si addormentò in pace divina, Marco. Il ventre del levita Cirillo da una spada fu spaccato come zolla di terra, come dice Davide. Hanno dato i visceri dei martiri in cibo ai porci. Il 29 gli atleti raggiunsero la casa celeste.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Giona, Barachisio e i loro nove compagni martiri.
Stichi. Anche tu, terra, possiedi un Giona assai grande, per nulla inferiore a quello del mare. Barachisio sazia il suo sublime ardore bevendo una coppa di resina incandescente. Nove uomini di Cristo suppliziati si uniscono ai nove ordini celesti.

Lo stesso giorno memoria del nostro beato padre Eustazio di Bitinia, il confessore.
Stichi. Lasciando la terra, Eustazio divenne un angelo davanti a colui che per noi assunse un corpo di argilla.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.

 

 

  • 03: Memoria di San Marco di Aretusa

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

San Marco, vescovo di Aretusa in Siria, visse al tempo degli imperatori Costante e Giuliano l’Apostata. San Gregorio Nazianzeno lo definì “uomo straordinario ed anziano santissimo”. Pieno di zelo nella vera fede, si adoperò perché venisse distrutto un tempio pagano, e al suo posto edificata una chiesa. Quando Giuliano salì sul trono, nel 361, temendo la vendetta per questo suo gesto, in un primo tempo si nascose. Ma quando seppe che, al suo posto, altri erano stati imprigionati, si consegnò. Rifiutatosi fermamente di ricostruire il tempio distrutto, fu allora imprigionato e torturato in vario modo, senza alcuna considerazione per la sua età avanzata. Alla fine, il suo corpo fu cosparso di miele e di una sostanza al gusto di pesce in salamoia, e fu immobilizzato sotto il pieno sole, perché attirasse api e vespe. Ma a causa del suo nobile comportamento durante tutte queste prove, i suoi persecutori si pentirono e lo liberarono. Si dedicò in seguito all’evangelizzazione dei pagani e morì in pace nel 364.

 

  • 03: Memoria di San Secondo Martire ad Asti (verso il 119)

a cura del Protopresbitero Giovanni Festa

Nobile pagano di Asti, sembra che andasse nelle prigioni a visitare i martiri cristiani, nei confronti dei quali nutriva grande ammirazione. Grazie a S. Calogero si convertì al cristianesimo. A Milano incontrò S. Faustino e S. Giovita, anch’essi in carcere, dai quali ricevette il battesimo. Amico di Sapricio, prefetto romano di Asti, lo accompagnò a Tortona dove Marciano, vescovo della città, era in attesa di processo. Per aver sepolto il corpo di Marciano e per aver rifiutato di abiurare la propria fede, fu infine arrestato e martirizzato.

Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/47650

San Secondo di Asti fu certamente uno fra i primi martiri in terra piemontese, ma non va confuso con altri due santi omonimi venerati nella medesima regione: San Secondo di Salussola, venerato anche a Torino e Ventimiglia, e San Secondo di Pinerolo, entrambi ritenuti dalla tradizione popolare soldati della Legione Tebea. Maggior mistero aleggia sull’esistenza terrena del veneratissimo santo astigiano, i cui “Atti” raccolti dai bollandisti in quattro codici lo ritraggono quale uomo profondamente religioso ed assai famoso in Asti, associandolo però a figure di dubbia storicità.
Secondo sarebbe venuto a contatto con il cristianesimo grazie a San Calogero di Brescia, cui era solito far visita in prigione.Udendo che era giunto ad Asti il prefetto Sapricio, inviato dall’imperatore Adriano al posto di Antiochio, Secondo si recò da lui per chiedergli per quale buon motivo Calogero fosse stato imprigionato. Gli fu data quale motivazione che egli insegnava al popolo il disprezzo per i beni materiali, soggiungendo di aver saputo che a Tortona vi era un cristiano di nome Marciano e di aver intenzione di raggiungerlo. Secondo volle accompagnare il prefetto e Calogero predisse al santo che sarebbe stato battezzato a Tortona ed al suo ritorno ad Asti avrebbe subito il martirio. Anche Martiniano, vescovo di Tortona, gli predisse le stesse cose.
Secondo si trasferì poi a Milano, ove incontrò i Santi Faustino e Giovita. Faustino lo battezzò e lo comunicò, affidandogli anche una particola consacrata da portare a Marciano e Calogero, quale segno del suo avvenuto battesimo. Fatto ritorno a Tortona, Secondo andò a trovare Marciano in prigione e gli portò la comunione, chiedendogli anche di pregare per lui. Il giorno seguente Marciano fu chiamato a comparire dinnanzi a Sapricio, il quale gli ordinò di offrire sacrifici agli dei, ma il cristiano rifiutò e fu allora fatto decapitare fuori della città. Sapricio rimase sorpreso alla notizia che Secondo aveva dato sepoltura al corpo del martire e lo mandò a chiamare, ma questi non si presentò ritenendo il prefetto reo di sangue innocente. Avendo rifiutato per ben tre volte la convocazione, infine fu allora arrestato ed obbligato a comparire davanti all’autorità, ove non esitò a confermare di essere cristiano. Venne dunque torturato e rispedito in cella.
il giorno seguente Secondo era scomparso ma la cella era chiusa. Sapricio, sempre più infuriato, diede allora ordine di tornare ad Asti per vendicarsi su Calogero: qui come per miracolo ritrovarono anche Secondo rinchiuso in cella con l’amico. Entrambi rifiutarono per l’ennesima volta di sacrificare agli idoli pagani: Calogero fu nuovamente imprigionato e solo in un secondo momento trovò il martirio presso Albenga sulla riviera ligure di ponente, mentre Secondo fu subito condotto fuori della città e decapitato. Correva l’anno 119 circa..

Consultare anche
P.ANDREA BRUSTOLON OMV
SANTI PIEMONTESI DEI PRIMI TRE SECOLI

Sta in
http://www.villaschiari.it/insegnamenti/09_01.pdf

29 marzo- memoria dei santi martiri Marco, vescovo di Aretusa, Cirillo diacono e molti altri (363); dei santi martiri Giona, Barachisio e dei loro nove compagni martiri (intorno al 330); del nostro beato padre Eustazio di Bitinia, il confessore, vescovo di Kios di Bitinia (periodo dell’iconoclastia); del beato Esichio, igumeno del monastero del Sinai (VII sec.)

Sinassario

Il 29 di questo mese memoria dei santi martiri Marco, vescovo di Aretusa, Cirillo diacono e molti altri.
Stichi. Prima vegliò tra molti tormenti, poi si addormentò in pace divina, Marco. Il ventre del levita Cirillo da una spada fu spaccato come zolla di terra, come dice Davide. Hanno dato i visceri dei martiri in cibo ai porci. Il 29 gli atleti raggiunsero la casa celeste.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Giona, Barachisio e i loro nove compagni martiri.
Stichi. Anche tu, terra, possiedi un Giona assai grande, per nulla inferiore a quello del mare. Barachisio sazia il suo sublime ardore bevendo una coppa di resina incandescente. Nove uomini di Cristo suppliziati si uniscono ai nove ordini celesti.

Lo stesso giorno memoria del nostro beato padre Eustazio di Bitinia, il confessore.
Stichi. Lasciando la terra, Eustazio divenne un angelo davanti a colui che per noi assunse un corpo di argilla.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.

 

 

  • 03: Memoria di San Marco di Aretusa

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

San Marco, vescovo di Aretusa in Siria, visse al tempo degli imperatori Costante e Giuliano l’Apostata. San Gregorio Nazianzeno lo definì “uomo straordinario ed anziano santissimo”. Pieno di zelo nella vera fede, si adoperò perché venisse distrutto un tempio pagano, e al suo posto edificata una chiesa. Quando Giuliano salì sul trono, nel 361, temendo la vendetta per questo suo gesto, in un primo tempo si nascose. Ma quando seppe che, al suo posto, altri erano stati imprigionati, si consegnò. Rifiutatosi fermamente di ricostruire il tempio distrutto, fu allora imprigionato e torturato in vario modo, senza alcuna considerazione per la sua età avanzata. Alla fine, il suo corpo fu cosparso di miele e di una sostanza al gusto di pesce in salamoia, e fu immobilizzato sotto il pieno sole, perché attirasse api e vespe. Ma a causa del suo nobile comportamento durante tutte queste prove, i suoi persecutori si pentirono e lo liberarono. Si dedicò in seguito all’evangelizzazione dei pagani e morì in pace nel 364.

 

  • 03: Memoria di San Secondo Martire ad Asti (verso il 119)

a cura del Protopresbitero Giovanni Festa

Nobile pagano di Asti, sembra che andasse nelle prigioni a visitare i martiri cristiani, nei confronti dei quali nutriva grande ammirazione. Grazie a S. Calogero si convertì al cristianesimo. A Milano incontrò S. Faustino e S. Giovita, anch’essi in carcere, dai quali ricevette il battesimo. Amico di Sapricio, prefetto romano di Asti, lo accompagnò a Tortona dove Marciano, vescovo della città, era in attesa di processo. Per aver sepolto il corpo di Marciano e per aver rifiutato di abiurare la propria fede, fu infine arrestato e martirizzato.

Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/47650

San Secondo di Asti fu certamente uno fra i primi martiri in terra piemontese, ma non va confuso con altri due santi omonimi venerati nella medesima regione: San Secondo di Salussola, venerato anche a Torino e Ventimiglia, e San Secondo di Pinerolo, entrambi ritenuti dalla tradizione popolare soldati della Legione Tebea. Maggior mistero aleggia sull’esistenza terrena del veneratissimo santo astigiano, i cui “Atti” raccolti dai bollandisti in quattro codici lo ritraggono quale uomo profondamente religioso ed assai famoso in Asti, associandolo però a figure di dubbia storicità.
Secondo sarebbe venuto a contatto con il cristianesimo grazie a San Calogero di Brescia, cui era solito far visita in prigione.Udendo che era giunto ad Asti il prefetto Sapricio, inviato dall’imperatore Adriano al posto di Antiochio, Secondo si recò da lui per chiedergli per quale buon motivo Calogero fosse stato imprigionato. Gli fu data quale motivazione che egli insegnava al popolo il disprezzo per i beni materiali, soggiungendo di aver saputo che a Tortona vi era un cristiano di nome Marciano e di aver intenzione di raggiungerlo. Secondo volle accompagnare il prefetto e Calogero predisse al santo che sarebbe stato battezzato a Tortona ed al suo ritorno ad Asti avrebbe subito il martirio. Anche Martiniano, vescovo di Tortona, gli predisse le stesse cose.
Secondo si trasferì poi a Milano, ove incontrò i Santi Faustino e Giovita. Faustino lo battezzò e lo comunicò, affidandogli anche una particola consacrata da portare a Marciano e Calogero, quale segno del suo avvenuto battesimo. Fatto ritorno a Tortona, Secondo andò a trovare Marciano in prigione e gli portò la comunione, chiedendogli anche di pregare per lui. Il giorno seguente Marciano fu chiamato a comparire dinnanzi a Sapricio, il quale gli ordinò di offrire sacrifici agli dei, ma il cristiano rifiutò e fu allora fatto decapitare fuori della città. Sapricio rimase sorpreso alla notizia che Secondo aveva dato sepoltura al corpo del martire e lo mandò a chiamare, ma questi non si presentò ritenendo il prefetto reo di sangue innocente. Avendo rifiutato per ben tre volte la convocazione, infine fu allora arrestato ed obbligato a comparire davanti all’autorità, ove non esitò a confermare di essere cristiano. Venne dunque torturato e rispedito in cella.
il giorno seguente Secondo era scomparso ma la cella era chiusa. Sapricio, sempre più infuriato, diede allora ordine di tornare ad Asti per vendicarsi su Calogero: qui come per miracolo ritrovarono anche Secondo rinchiuso in cella con l’amico. Entrambi rifiutarono per l’ennesima volta di sacrificare agli idoli pagani: Calogero fu nuovamente imprigionato e solo in un secondo momento trovò il martirio presso Albenga sulla riviera ligure di ponente, mentre Secondo fu subito condotto fuori della città e decapitato. Correva l’anno 119 circa..

Consultare anche
P.ANDREA BRUSTOLON OMV
SANTI PIEMONTESI DEI PRIMI TRE SECOLI

Sta in
http://www.villaschiari.it/insegnamenti/09_01.pdf