5 marzo- memoria dei Santi Claudio, Diodoro, Vittorino, Vittore, Papias, Serapione e Niceforo, martiri (sotto Decio 249-251); dei santi martiri Teodora e Didimo di Alessandria (sotto Diocleziano 284-305); di san Giorgio neomartire di Efeso (1801); della beata Teodora di Tessalonica (889); san Panaghiotis, neomartire a Gerusalemme (1820); di santa Ipomonì; di santa Arghirì di Prussa, neomartire (1721)

Sinassario

Il 5 di questo mese memoria dei santi martiri Claudio, Diodoro, Vittore, Vittorino, Papìa, Serapione e Niceforo.
Stichi. Inginocchiato per la decapitazione, o Claudio, ti affrettavi a correre verso Dio. Il quinto giorno una mano assassina recise il capo di Claudio.

Lo stesso giorno memoria della venerabilissima nostra madre Teodora di Tessalonica.
Stichi. Se ti vanti, o Tessalonica, dei molti beni, hai anche Teodora come onore e gloria di beni.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Teodora e Didimo.
Stichi. Bruci decapitato con la compagna, o Didimo, sopportando con lei doppio supplizio.

Lo stesso giorno memoria del santo martire Termo.
Stichi. Infuocato dal divino amore, Termo considerò ghiaccio la fiamma del fuoco ardente.

Lo stesso giorno memoria di due sante martiri, una padrona e la sua serva.
Stichi. Doveva anche la serva seguire la padrona che andava dalla terra a Dio con la decapitazione.

Lo stesso giorno memoria di san Pompeo martire.
Stichi. Munto come pecora di Dio, o Pompeo, versi latte dalla nuca tramite la spada.

Lo stesso giorno memoria di san Zenone, che perì unto di resina, gettato nel fuoco e trafitto con la lancia.
Stichi. La pena di Zenone fu trina: la resina, il fuoco, la lancia; penso che patì queste cose per la Trinità, lasciando la vita.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Massimo e Terenzio.
Stichi. Insieme decapitati, Massimo e Terenzio hanno partecipato in cielo alla stessa ricompensa.

Lo stesso giorno memoria delle cinque sante giovanette di Lesbo.
Stichi. La spada ha mietuto cinque fanciulle martiri di Lesbo.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.

 

 

 

• 05.04: Memoria dei Santi Claudio, Diodoro, Vittorino, Vittore, Papias, Serapione e Niceforo, martiri
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
I Santi Martiri provenivano da Corinto e furono arrestati durante il regno di Decio (249 – 251), perché confessavano apertamente la loro fede in Cristo. Furono condotti davanti al governatore Terzio, che era comandante della Grecia. Il sovrano sottopose questi atleti della fede a orribili torture e tutti ricevettero la corona del martirio.
San Vittorino, Vittore e Niceforo furono gettati sotto una grande pietra cilindrica che li schiacciò. I carnefici tagliarono le braccia e le gambe di San Claudio, la testa di San Serapione e gettarono San Diodoro in una fornace incandescente. San Papia fu annegato in mare.

• 05.04: memoria delle cinque sante giovanette di Lesbo
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Sebbene i loro nomi e l’anno del loro martirio non ci siano noti, si sa che provenivano da Lesbo e che furono martirizzate con la spada.
La tradizione agiologica locale afferma che vivevano a Gavatha vicino ad Antissa, e che sul monte Ordymnos c’era un monastero a loro dedicato, e anche che intorno al 1331 fiorì insieme ad altri due monasteri, quelli di San Giovanni il Teologo e San Teofano. Nella comunità di Pterounta esiste un’antica cappella dedicata alla loro memoria.
[da www.saints.gr]
05.04: memoria di san Giorgio di Efeso neomartire
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Il neomartire San Giorgio nacque a Nuova Efeso nel 1756. Si sposò ed ebbe dei figli. Nel luglio 1798, in stato di ubriachezza, si convertì all’Islam e rifiutò Cristo. Poiché si vergognava del suo atto, dopo aver rinunciato all’Islam, lasciò Efeso e andò a Samos.
Durante la sua assenza i cristiani iniziarono a costruire un tempio ad Efeso, avendo prima ottenuto il relativo permesso da Costantinopoli. I turchi, sostenendo che una chiesa ortodossa fosse stata eretta, e in effetti con il permesso reale, accusarono i cristiani di aver ucciso Giorgio come apostata della loro fede e nascosero la sua reliquia nelle fondamenta della chiesa eretta. Ma in seguito Giorgio fu trovato e portato con la forza ad Efeso, dove i turchi gli fecero pressioni per tornare all’Islam. Tuttavia, riuscì di nuovo a fuggire di nuovo, dove venne ancora una volta arrestato e portato in prigione. Con la mediazione degli anziani di Samos, venne liberato di nuovo. Nel frattempo le rivolte e le agitazioni a Efeso continuavano. Quindi Giorgio, dopo essersi pentito e ritornato in sé, prese la decisione del martirio. Allontanò la sua famiglia, per proteggerla dal fanatismo dei turchi, e si presentò davanti alle autorità turche, confessando la sua fede in Cristo. I turchi iniziarono allora adulazioni e minacce. E quando videro la stabilità del Santo nella fede dei suoi padri, lo decapitarono. Era un venerdì dell’anno 1801. I cristiani ricevettero la sua sacra reliquia e la seppellirono con riverenza nella tomba del Santo neomartire Polidoro (vedi 3 settembre).

5 marzo- memoria dei Santi Claudio, Diodoro, Vittorino, Vittore, Papias, Serapione e Niceforo, martiri (sotto Decio 249-251); dei santi martiri Teodora e Didimo di Alessandria (sotto Diocleziano 284-305); di san Giorgio neomartire di Efeso (1801); della beata Teodora di Tessalonica (889); san Panaghiotis, neomartire a Gerusalemme (1820); di santa Ipomonì; di santa Arghirì di Prussa, neomartire (1721)

Sinassario

Il 5 di questo mese memoria dei santi martiri Claudio, Diodoro, Vittore, Vittorino, Papìa, Serapione e Niceforo.
Stichi. Inginocchiato per la decapitazione, o Claudio, ti affrettavi a correre verso Dio. Il quinto giorno una mano assassina recise il capo di Claudio.

Lo stesso giorno memoria della venerabilissima nostra madre Teodora di Tessalonica.
Stichi. Se ti vanti, o Tessalonica, dei molti beni, hai anche Teodora come onore e gloria di beni.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Teodora e Didimo.
Stichi. Bruci decapitato con la compagna, o Didimo, sopportando con lei doppio supplizio.

Lo stesso giorno memoria del santo martire Termo.
Stichi. Infuocato dal divino amore, Termo considerò ghiaccio la fiamma del fuoco ardente.

Lo stesso giorno memoria di due sante martiri, una padrona e la sua serva.
Stichi. Doveva anche la serva seguire la padrona che andava dalla terra a Dio con la decapitazione.

Lo stesso giorno memoria di san Pompeo martire.
Stichi. Munto come pecora di Dio, o Pompeo, versi latte dalla nuca tramite la spada.

Lo stesso giorno memoria di san Zenone, che perì unto di resina, gettato nel fuoco e trafitto con la lancia.
Stichi. La pena di Zenone fu trina: la resina, il fuoco, la lancia; penso che patì queste cose per la Trinità, lasciando la vita.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Massimo e Terenzio.
Stichi. Insieme decapitati, Massimo e Terenzio hanno partecipato in cielo alla stessa ricompensa.

Lo stesso giorno memoria delle cinque sante giovanette di Lesbo.
Stichi. La spada ha mietuto cinque fanciulle martiri di Lesbo.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.

 

 

 

• 05.04: Memoria dei Santi Claudio, Diodoro, Vittorino, Vittore, Papias, Serapione e Niceforo, martiri
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
I Santi Martiri provenivano da Corinto e furono arrestati durante il regno di Decio (249 – 251), perché confessavano apertamente la loro fede in Cristo. Furono condotti davanti al governatore Terzio, che era comandante della Grecia. Il sovrano sottopose questi atleti della fede a orribili torture e tutti ricevettero la corona del martirio.
San Vittorino, Vittore e Niceforo furono gettati sotto una grande pietra cilindrica che li schiacciò. I carnefici tagliarono le braccia e le gambe di San Claudio, la testa di San Serapione e gettarono San Diodoro in una fornace incandescente. San Papia fu annegato in mare.

• 05.04: memoria delle cinque sante giovanette di Lesbo
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Sebbene i loro nomi e l’anno del loro martirio non ci siano noti, si sa che provenivano da Lesbo e che furono martirizzate con la spada.
La tradizione agiologica locale afferma che vivevano a Gavatha vicino ad Antissa, e che sul monte Ordymnos c’era un monastero a loro dedicato, e anche che intorno al 1331 fiorì insieme ad altri due monasteri, quelli di San Giovanni il Teologo e San Teofano. Nella comunità di Pterounta esiste un’antica cappella dedicata alla loro memoria.
[da www.saints.gr]
05.04: memoria di san Giorgio di Efeso neomartire
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Il neomartire San Giorgio nacque a Nuova Efeso nel 1756. Si sposò ed ebbe dei figli. Nel luglio 1798, in stato di ubriachezza, si convertì all’Islam e rifiutò Cristo. Poiché si vergognava del suo atto, dopo aver rinunciato all’Islam, lasciò Efeso e andò a Samos.
Durante la sua assenza i cristiani iniziarono a costruire un tempio ad Efeso, avendo prima ottenuto il relativo permesso da Costantinopoli. I turchi, sostenendo che una chiesa ortodossa fosse stata eretta, e in effetti con il permesso reale, accusarono i cristiani di aver ucciso Giorgio come apostata della loro fede e nascosero la sua reliquia nelle fondamenta della chiesa eretta. Ma in seguito Giorgio fu trovato e portato con la forza ad Efeso, dove i turchi gli fecero pressioni per tornare all’Islam. Tuttavia, riuscì di nuovo a fuggire di nuovo, dove venne ancora una volta arrestato e portato in prigione. Con la mediazione degli anziani di Samos, venne liberato di nuovo. Nel frattempo le rivolte e le agitazioni a Efeso continuavano. Quindi Giorgio, dopo essersi pentito e ritornato in sé, prese la decisione del martirio. Allontanò la sua famiglia, per proteggerla dal fanatismo dei turchi, e si presentò davanti alle autorità turche, confessando la sua fede in Cristo. I turchi iniziarono allora adulazioni e minacce. E quando videro la stabilità del Santo nella fede dei suoi padri, lo decapitarono. Era un venerdì dell’anno 1801. I cristiani ricevettero la sua sacra reliquia e la seppellirono con riverenza nella tomba del Santo neomartire Polidoro (vedi 3 settembre).